Estonia: una nazione digitale

Negli ultimi anni in Italia diventa sempre più frequente sentir parlare di “amministrazione digitale”. Con queste due parole si identificano tutti gli sforzi e progetti che mirano ad una più spinta informatizzazione dei servizi erogati dallo stato ai cittadini ed alle imprese. Obiettivo finale di questi sforzi è la realizzazione di una amministrazione pubblica più veloce, efficiente, accessibile ed in definitiva economica.

Pietra miliare di questi sforzi è il Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 che definisce il codice dell’amministrazione digitale, il documento che raccoglie le linee guida su come lo stato, le amministrazioni locali e gli enti pubblici debbano realizzare i propri servizi digitali ai cittadini. Nonostante gli investimenti e gli sforzi di molte componenti dello stato e dei privati, l’amministrazione digitale stenta a partire: un clamoroso esempio è la carta di identità elettronica ancora pochissimo diffusa in Italia.

Eppure in Europa ci sono nazioni che, pur avendo a disposizione risorse decisamente più limitate di quelle italiane ed un passato decisamente più travagliato, hanno fatto passi da gigante verso una nazione completamente digitale. Leader di questo gruppo di nazioni è sicuramente l’Estonia, una repubblica baltica ex repubblica sovietica che può vantare la più avanzata infrastruttura informatica di amministrazione digitale al mondo.

Nell’anno in cui in Italia si dotava del codice dell’amministrazione digitale, in Estonia il 30% dei cittadini partecipavano alle elezioni attraverso un sistema di voto elettronico (i-voting). Il voto elettronico è stata solo una tappa di un percorso iniziato nel 1997 con la decisione di investire pesantemente nella trasformazione digitale dello stato.

Il percorso non è sempre stato rose e fiori, nel 2007 l’infrastruttura estone ha subito una serie di attacchi informatici. In risposta a questi fatti il governo estone ha aggiustato la propria strategia ed ha scommesso su una tecnologia emergente ed innovativa a quell’epoca: la blockchain.

Ben un anno prima della creazione del primo blocco di bitcoin (3 gennaio 2009) l’Estonia disponeva di un “service bus” basato sulla tecnologia blockchain sul quale far transitare tutte le transazioni relative ai rapporti tra stato e cittadino, dalla dichiarazione delle tasse alle prescrizioni mediche.

L’infrastruttura realizzata dal governo estone era talmente solida e scalabile che utilizzarla solamente per gli abitanti della nazione, 1.300.000 persone, è sembrato uno spreco. Così il 1 dicembre 2014 è stato lanciato il programma e-Residency: il primo programma al mondo attraverso il quale uno stato sovrano concede a persone di tutto il mondo una “cittadinanza digitale” che consente l’accesso ai servizi digitali della nazione.

Al di là di ottenere una smart card con la quale firmare digitalmente documenti riconosciuta da tutti gli enti e governi europei, essere un e-residente consente a chiunque di fondare una impresa in Estonia, e quindi all’interno del mercato unico europeo, ed amministrarla interamente da remoto a prescindere dalla reale nazione in cui viva.

Questo programma ha richiesto investimenti e modifiche alla legislazione nazionale ma in soli tre anni si è dimostrata una tra le “startup” di maggiore successo. Questo non solo per il numero di e-residenti, ma anche per il ritorno economico generato dalle aziende da loro create, che ha già ampiamente coperto gli investimenti per la creazione del programma.

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