La Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa ha rilasciato la revisione finale di un importante documento a conclusione dell’evento “Cronache del dissenso. Media, molestie sessuali, disparità”.
Questo testo ha come primi destinatari gli organismi di categoria e le redazioni ma si rivolge, più largamente, a tutte le giornaliste e i giornalisti italiani.
Chiediamo a tutti i colleghi, a partire da direttrici e direttori, un impegno chiaro a moltiplicare inchieste, cronache, approfondimenti su questi temi, a scoperchiare la realtà delle discriminazioni, a dare voce a “esperte” donne, a parlare di parità come opportunità economica del Paese. Allo stesso tempo chiediamo ai vertici delle redazioni e delle aziende di valorizzare le competenze e riequilibrare paritariamente le posizioni di responsabilità all’interno dei nostri giornali.
La carta si propone di mettere in campo idee concrete per contrastare le molestie sessuali proponendo l’introduzione nei contratti di lavoro giornalistici strumenti già presenti all’interno della professione. Richiamo, sospensione, radiazione, sarebbero dunque i “gradi” di giudizio per i professionisti colpevoli di molestie e discriminazioni.
Per monitorare e contrastare la disparità di genere viene proposto all’Inpgi, in concerto con la Fnsi, Fieg e altre organizzazioni datoriali, di redigere con cadenza annuale una sorta di “bilancio di genere” con cui si possa osservare l’andamento di retribuzioni e carriere.
Con il documento “Dissenso comune” oltre cento attrici, registe, produttrici e donne dello spettacolo italiano hanno lanciato una chiamata pubblica a tutte le donne professioniste, impiegate, studentesse. Un primo, importante passo per dire basta a un sistema culturale che discrimina, penalizza e offende le donne, un sistema in cui le molestie sessuali sono la brutale punta di un iceberg fatto di consuetudini, pratiche di comportamento che va dalle discriminazioni salariali e di carriera in tutti i settori professionali alle relazioni umane sempre condizionate da logiche di potere maschile.