Tivoli e la villa di Adriano

Tivoli è una ridente cittadina che guarda Roma da lontano, adagiata su placidi monti lambiti dall’Aniene. Così bella da essere proposta come sede permanente della corte papale nel Rinascimento, è famosa da tempo immemore per le ville estive, fuori porta o di campagna, di imperatori o di personalità illustri. Tra le ville più famose, quella dell’imperatore Adriano, un esempio unico di perfetta armonia tra architettura e paesaggio, con spazi edificati e ampi giardini disposti apparentemente senza soluzione di continuità, ma in realtà con precisa volontà di creare un’abitazione perfetta e sensazionale per l’architettura antica. Disposta su 120 ettari, circa, dei Monti Tiburtini, in posizione bassa rispetto a Tivoli e rispetto ad altre zone scelte per le abitazioni patrizie, la villa di Adriano è circondata dal silenzio protetto da alberi secolari e da mura ancora ben visibili, ma non trovandone molte tracce nei testi antichi, è anche circondata da leggende e tradizioni.

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Il centro di Tivoli

La villa prese avvio intorno al 118 d.C., quando Adriano era da poco giunto a Roma, incoronato imperatore alla morte di Traiano, suo mentore, un anno prima. Spagnolo d’origine, abile risolutore dei problemi militari dell’impero anche alla testa dei suoi soldati, era dedito alla semplificazione delle leggi e della burocrazia, della quale si rendeva conto personalmente ispezionando le varie zone dell’impero, pensando che non tutto si dovesse risolvere con le guerre e privilegiando la compattazione dei confini alle nuove guerre di conquista, lasciando alla sua morte un impero prestigioso e solido. Promosse molte costruzioni, come il tempio dedicato a Venere a Roma, o il rifacimento del Pantheon, ma è indubbio che la sua villa di Tivoli fosse la più favolosa opera architettonica, sembra voluta per poter vivere tra le sue splendide mura e i meravigliosi giardini, il suo amore per il giovane e bello Antino. In ogni caso, della villa rimangono vestigia meravigliose ancora oggi, quando si passeggia per la sua pace, ammirando panorama, alberi, mura. Il complesso si divide nella zona della biblioteche; delle grandi, piccole e con eliocamino terme; del cosiddetto teatro marittimo; la caserma dei vigili, lo stadio, la torre di Roccabruna, il pretorio, il vestibolo, le Cento Camerelle, Pecile (un vasto quadriportico che permetteva passeggiate sia estive che invernali sui suoi lati, a seconda della migliore esposizione solare) per citarne solo alcune. Le costruzioni sono in tufo e in fasce di mattoni, a volte in laterizi, collegate da un vasto sistema di vie sia in superficie che sotterranee, per permettere al personale di servizio di muoversi senza farsi vedere, ma anche di andare da un punto all’altro della casa senza bagnarsi o prendere freddo nei mesi invernali.

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Il canopo

La costruzione nota come Cento Camerelle, infatti, sembra fosse destinata in parte ad abitazione degli schiavi o altro personale e soldati in servizio nella villa. Non mancavano la palestra e le piscine, anche absidate, il tepidarium, il calidarium, il frigidarium, il sudatio ciascuno con relative piscine, con zone riservate a donne (le Piccole terme) e a uomini (le Grandi terme), riscaldate debitamente. Tra i luoghi più affascinanti c’è il canopo che occupa una lunga e stretta piccola valle naturale, rinforzata con contrafforti. Al centro, un lungo canale circondato da colonnati, con sei cariatidi di cui quattro sono copie di quelle dell’Eretteo sull’acropoli di Atene, mentre altre due raffigurano due sileni (gli originali sono custoditi nel Museo, quelle esposte sono copie). Ci sono poi le belle statue del Nilo, del Tevere e di un coccodrillo, di Ares, Athena, Hermes e due Amazzoni. Sul fondo della piscina formata dal canale, un Serapeo a esedra semicircolare, con la volta a botte. Prevedeva delle cascate d’acqua e nicchie occupate da altre statue. Probabilmente l’area veniva usata d’estate per banchettare e assomiglia a templi egizi, da cui la statua del Nilo, ispirato al canale che univa Alessandria d’Egitto alla città di Canopo che era sede di un famoso tempio di Serapide. Tra gli altri edifici ben conservati c’è il tempio di Apollo, da dove provengono le opere più belle della villa come i centauri di marmo nero, il satiro rosso antico, il mosaico delle colombe che sono adesso esposti a Roma, ai Musei Capitolini. Il palazzo invernale era costituito da un complesso di edifici con un grande porticato e un criptoportico, così come complessi erano gli ambienti riuniti nel termine Piazza d’Oro, di rappresentanza. Interessante è la Sala dei Filosofi, forse una biblioteca, con accesso diretto dal teatro marittimo e nicchie nei muri per ospitare gli armadi con i libri; il teatro marittimo è un nome attributo ad un edificio circolare con portico ionico, nel quale corre un canale anulare che circonda una piccola isola su cui è stata costruita una piccola villa con vestibolo, peristilio con fontana centrale, un tablino con delle stanze annesse, un piccolo locale adibito a terme.

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Il Teatro Marittimo

Probabilmente era un luogo di ritiro in cui Adriano si isolava per dedicarsi ai suoi studi e alla sua vita privata. Differente dalla aree di rappresentanza, ampie e sontuose, del resto dell’edificio. Piccolo è anche il tempio di Venere, circolare, che si trova in un’esedra semicircolare, contenente una copia di Afrodite Cnidia di Prassitele, quindi voluto prendendo a modello il tempietto di Cnido dove c’era l’originale della statua. Interessante è anche la terrazza di Tempe, forse il vestibolo principale della villa, costituito da in belvedere con ambienti forse destinati alle guardie pretoriane. Il belvedere sovrasta una profonda vallata nella quale sorge la zona che Adriano chiamò come la celebre valle della Tessaglia.

Dal 1999, la villa è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

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Il Tempio di Venere

Villa Adriana è indicata per passeggiate nelle belle giornate invernali, per ammirare i resti della Storia, ma anche per assaporare la quiete dei Tiburtini.

Area archeologica di Villa Adriana, Tivoli, Largo Marguerite Yourcenar, 1; aperta tutti i giorni dalle 8.30 e fino alle 17 (fino al 31 gennaio), alle 18 (fino al 29 febbraio), alle 19 nei mesi primaverili ed estivi, per tornare a chiudere al tramonto in autunno. La biglietteria chiude un’ora e mezza prima degli orari indicati. È previsto un biglietto d’ingresso. Il percorso di visita minimo è di circa due ore, con abbigliamento comodo, adatto a lunghe camminate. La direzione dell’area archeologica consiglia di attenersi ai suggerimenti presenti sul sito http://www.villaadriana.beniculturali.it

Alessia Biasiolo

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