Il Presepio dei Cimbri di Recoaro Terme

Il bel presepio permanente di Recoaro Terme è ospitato nel battistero della chiesa arcipretale cittadina, in Piazza Dolomiti, sin dal 1997, vero e proprio lavoro di squadra sia degli appartenenti all’Associazione nazionale “Amici del Presepio”, sia di persone del posto che volevano contribuire al progetto.

La particolarità della scena della Natività è il suo essere ambientata in una contrada rurale e umile delle Piccole Dolomiti, una scena di fine Ottocento, primi del Novecento. Sullo sfondo delle bellissime montagne di Recoaro, la catena delle Tre Croci e del Carega che racchiudono il Passo della Lora, innevate, un villaggio cimbro è al lavoro. C’è la carbonara, che rappresenta una delle più antiche attività della comunità cimbra sulle Prealpi vicentine: il 23 luglio 1327, Cangrande della Scala aveva concesso ai tredici comuni cimbri, ai sette dell’Altipiano dei Sette Comuni, a Recoaro, a Durlo (qualche giorno dopo), il diritto perpetuo di fare il carbone, con l’unico vincolo che il prezioso combustibile non mancasse mai a Vicenza. Nella scena c’è poi la casara, dove si lavorava il latte accanto alla stalla, con portico, fienile, fontana e volto in pietra. Si scorge la cantina con tutti gli attrezzi per preparare il vino, al piano terra di una casa di abitazione.

Il ruscello anima il mulino con una grande ruota per macinare frumento e granoturco, ma anche il frantoio per le noci. Il forno cuoceva pane ogni giorno, mentre il maglio del fabbro aiutava a produrre celermente gli attrezzi agricoli, i ferri per i cavalli, i cerchi per le botti e per le ruote, tra l’altro.

Di fronte al maglio, in un cortile, venivano preparate le travi per i tetti e i solai delle case, squadrate usando la galdora. Il banco da lavoro del falegname è fedelmente riprodotto, con tutti gli arnesi del mestiere. Preziosa per la costruzione delle case e dei fabbricati era la calcara di Campogrosso, che produceva la calce per la preparazione della malta e degli intonaci. La cava delle mole ricorda quella reale di località Cogolo di Contrada Pinalto, mentre la chiesa è quella, riprodotta fedelmente, di Contrada Giorgetti, con campanile e oratorio barocco del 1726: i dettagli sono interessanti e impressionano per la squisita fattezza, come l’altare di San Giorgio e la balaustra in marmo di Campogrosso.

La Natività è al centro della realizzazione, in un fienile al primo piano di una casa, aperto sulla corte. La scena è vivacizzata da persone oranti dentro e davanti alla chiesa, da mezzi di trasporto tipicamente alpini, come la slite, il naceper il trasporto dei grossi tronchi tagliati in montagna, carriole per il letame, un carretto trainato da un mulo, la gròja cioè il carretto trainato a mano, e un carro agricolo per il trasporto del fieno, anche questo riprodotto fedelmente. Tutti gli abitanti della contrada presenti nel presepe vestono gli abiti tipici di fine Ottocento dei montanari locali, come da accurata ricerca storica.

Grazie alla scena tipicamente natalizia, sempre visitabile durante tutto l’anno, si possono così conoscere oggetti d’uso quotidiano e stili cimbri ormai andati perduti, ma che vengono trasmessi alle nuove generazioni e ai turisti in questo pregevole modo. L’alternanza di notte e giorno e il classico passaggio della cometa, sono ottenuti con i tradizionali giochi di luce. Davvero da conoscere.

Alessia Biasiolo

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