ex INPGI2, conferenza il 20 gennaio alle ore 21. Verso un appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni?

Cara Collega, caro Collega,

                                           la Federazione Nazionale Giornalisti Pubblicisti Italiani (FNGPI), nell’augurati un felice Anno Nuovo, ti ha preannunciato che, fra l’altro, nel 2023 era forse possibile por fine alla scandalosa situazione previdenziale dei giornalisti non dipendenti.

Per por fine a questa scandalosa situazione previdenziale,

sei invitato a partecipare,

venerdì sera, 20 gennaio 2023, alle ore 21,

ad una teleconferenza sullo spazio telematico della FNGPI,

cliccando su questo link:

https://meet.goto.com/313946429

Come ti ricorderai, abbiamo nel 2022, prima denunciato lo scandaloso conflitto a danno dei colleghi più deboli, dei 45000 giornalisti, non dipendenti iscritti all’INPGI2, poi, ad agosto, ci siamo rallegrati che non fosse riuscito il tentativo di modificare lo Statuto dell’INGI2 a svantaggio dei 45000 colleghi più deboli ed abbiamo al proposito richiamato l’attenzione del Governo.

Oggi ci rallegriamo nuovamente per il fatto che, nonostante nella prima bozza della legge di Bilancio 2023 fosse stato inserito un automatismo che avrebbe perpetuato la situazione (1,2), la Figec, il nuovo sindacato recentemente costituitosi, riusciva a far toglier l’automatismo (1,2), grazie all’interessamento del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.

Ora secondo la vigente legge di Bilancio 2023 (legge n.197 del 29/12/2022), come si legge all’art 1, punto 312, se non sarà modificato lo Statuto entro il 31 gennaio 2023, con la maggioranza altamente qualificata, i Ministeri Vigilanti nomineranno un commissario ad acta, che “entro tre mesi, adotta le modifiche statutarie previste dalla legge e le sottopone all’approvazione ministeriale ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 50”, ovvero la legge che regola la vigilanza delle casse previdenza dei professionisti.

Ci risulta sia stato tempestivamente messo in atto un tentativo di colpo di coda, che va sventato.

Da informazioni informali, ma attendibili, nella speranza che venga raggiunta una maggioranza qualificata che preservi situazioni irregolari di notevole interesse economico, sarebbe stata immediatamente convocata una riunione informale il 4 gennaio 2023, che avrebbe definito una riunione del CdA per 17 gennaio pv, per approvare di tutta fretta una bozza di nuovo Statuto, da portare all’approvazione del Consiglio di quel che resta dell’INPGI per il 26 gennaio 2023, per approvare con maggioranza qualificata il nuovo Statuto, da trasmettere per l’approvazione ai Ministeri Vigilanti ed evitare il commissario ad acta di nomina ministeriale.

La teleconferenza intende accendere i riflettori su quanto sta accadendo e sventare questo colpo di coda, richiamando l’attenzione dei Parlamentari, del Governo, perché siano rispettate le leggi dello Stato.

Come si legge sullo stesso sito INPGI, l’INPGI2, come le casse di previdenza dei professionisti non dipendenti, è regolata dal Dec. Legislativo 103/1996, che prevede all’art.1 la tutela “previdenziale obbligatoria ai soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi albi o elenchi”.

Lo Statuto non può quindi discostarsi dalle previsioni di questo decreto legislativo. Non può prevedere per esempio che il fondo previdenziale di questi 45000 colleghi sia amministrato da persone non iscritte a questo fondo in aperta violazione con quanto statuito dall’art 6 punto 3: I componenti degli organi di cui al comma 1, lettere b) e c), ecomma 2, lettera b), devono essere iscritti all’ente gestore, …”.

Come abbiamo visto la legge di Bilancio 2023 (legge n.197 del 29/12/2022), all’art 1 punto 312, prevede che, in caso di mancata approvazione dello Statuto entro gennaio 2023, i Ministeri Vigilanti nomineranno un commissario ad acta, che“entro tre mesi, adotta le modifiche statutarie previste dalla legge e le sottopone all’approvazione ministeriale ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 50″, ovvero la legge che regola la vigilanza delle casse previdenza dei professionisti.

Il decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, ovvero la legge che regola la vigilanza delle casse previdenza dei professionisti, prevede comunque l’approvazione dello Statuto da parte dei Ministeri Vigilanti anche se questo venisse approvato con maggioranza qualificata entro la fine gennaio 2023, non solo lo statuto ed i regolamenti, nonché le relative integrazioni e modificazioni, ma anche le delibere in materia di contributi e prestazioni, sempre che la relativa potestà sia prevista dagli ordinamenti vigenti.

Infatti il suddettodecreto legislativo 30 giugno 1994, n. 5090 precisa , all’art.3 punto 2 , che “Nell’esercizio della vigilanza il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministeri di cui al comma 1, approva i seguenti atti:

   " a) lo statuto e i regolamenti, nonché le relative integrazioni o
modificazioni;
    b) le delibere in materia di contributi e prestazioni, sempre che la relativa potestà sia prevista dai singoli  ordinamenti  vigenti.”

La determinazione n.129 del 30 novembre 2021 della Corte dei Conti (clicca qui) mostra come siano stati versati circa 2.5 milioni dall’INPGI2, ovvero dall’Ente previdenziale dei giornalisti senza contratto di lavoro subordinato, costituito da circa 45.000 iscritti, ad un sindacato, specificatamente alla FNSI ed alle sue strutture territoriali, che contano complessivamente circa 10.000 iscritti, solo parzialmente iscritti all’INPGI2.

L’iscrizione obbligatoria all’INPGI2, per qualunque giornalista senza contratto di lavoro subordinato, ha comportato  quindi  che questi obbligatoriamente, per svolgere la loro attività professionale, abbiano de facto dovuto dare un contributo ad un sindacato al quale non hanno inteso aderire.

E’ questo fatto lesivo di principi costituzionali? E’ illegittimo? Se anche non lo fosse, questo contributo è in palese contrasto con gli interessi degli iscritti all’INPGI2, che hanno pensioni ridicole. 

E’ inaccettabile che questo contributo, permanga perchè lede la libertà del singolo, di contribuire, di iscriversi o meno ad un sindacato ed in caso di scegliere a quale sindacato iscriversi, specie oggi che, oltre alla FNSI, si è costituto un altro sindacato, peraltro confederale, la FIGEC

Si valuterà nella conferenza se rivolgere un appello al proposito al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per evitare che questa situazione permanga e per verificare se nel 2022 sono stati ulteriormente versati ulteriormente soldi dei 45.000 iscritti ad un sindacato al quale pochi di questi iscritti ha aderito.

La determinazione n.129 del 30 novembre 2021 della Corte dei Conti (clicca qui) riporta anche quali sono gli stipendi di dirigenti, che hanno portato l’INPGI ad una situazione quasi fallimentare.

La vigilanza ministeriale per il decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 , art.3 punto 2, lettera b) ha competenza anche in merito a “delibere in materia di contributi e prestazioni”.

E’ opinabile se, operando dopo il 15 agosto 2022, l’ex-INPGI2 abbia operato oltre i termini della “prorogatio”, prevista dalla legge n. 444 del 15 luglio 1994 ( clicca anche qui ), e se quindi ogni suo atto sia nullo e le conseguenze economiche ricadano sotto la responsabilità di chi ha deliberato tali atti.

E’ di particolare rilievo che l’INPGINotizie il 17 novembre 2022, prima delle elezioni, oltre il termine della “prorogatio” dia notizia di un “bilancio di assestamento 2022 e preventivo 2023”, come se nulla fosse, senza temere l’intervento della Magistratura, prima che dei Ministeri Vigilanti.

La vigente legge di Bilancio 2023 (legge n.197 del 29/12/2022), modificando la legge di Bilancio 2021, se potesse avere valore retroattivo, potrebbe aver fatto venir meno ogni dubbio circa la nullità di ogni deliberazione assunta oltre i termini della “prorogatio”, definita dalla legge n. 444 del 15 luglio 1994 ( clicca anche qui ).

Ma c’è di più, come si legge sul sito INPGI il 1 dicembre 2022, forse rassicurati che fosse l’automatica nomina di un commissario ad acta con nome e cognome, “Il CdA dà il via libera a 100 milioni di investimenti in Real Estate e Infrastrutture”. Ma come l’INPGI anche oltre il possibile termine della “prorogatio” e comunque in un momento di incertezza normativa, non si ritiene nemmeno in ordinaria amministrazione e delibera investimenti di tale rilievo?

La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensioni (COVIP) ha vigilato? Sul sito COVIP ( www.covip.it) si legge: “Nel 2011 sono stati attribuiti alla COVIP anche compiti di controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli Enti di previdenza di cui ai Decreti lgs. 509/1994 e 103/1996, che nel sito sono anche indicati come “Casse di previdenza” – (Decreto legge 98/2011, convertito, con modificazioni, dalla Legge 111/2011).”

Non occorre fare chiarezza ed impedire che il diffondersi di una situazione di panico, forse per il mutare dei referenti politici, porti ad atti “sconvenienti”?

Sono stati dati ancora contributi alla FNSI ed alle sue strutture, dopo il 30 giugno 2022? Come sono giustificati questi contributi? Sono stati ancora pagati stipendi eccezionalmente consistenti oltre il termine della prorogatio? La COVIP ha esercitato la vigilanza su 100 milioni di investimenti in Real Estate e Infrastrutture ?

Queste sono solo alcune domande, che potrebbero essere prese in considerazione nella teleconferenza di venerdì sera, 20 gennaio 2023, alle ore 21, sullo spazio telematico della FNGPI, ove potrai partecipare, cliccando su questo link:

https://meet.goto.com/313946429

E’ significativo delle difficoltà, che incontra la categoria, un documento, firmato dopo una una riunione alla vigilia del prossimo Congresso FNSI da colleghi lombardi molto noti, come Paolo Perucchini e Anna del Freo per Stampa Democratica, Guido Besana e Beppe Ceccato per Nuova Informazione, Monica Forni e Pino Nardi per Impegno Sindacale. Il documento, diffuso da “Senzabavaglio”, mostra che la necessità di ripensare la struttura rappresentativa della categoria è generalizzata.

Si legge nel documento:

“…alcuni di noi hanno voluto sottolineare l’enormità dei problemi che saremo chiamati ad affrontare.

Eccone alcuni:

come faranno le associazioni regionali e la federazione a far quadrare i conti dovendo rinunciare ai contributi dell’Inpgi, e in prospettiva a quelli di Casagit?

Come farà il sindacato a non farsi scippare gli iscritti dai confederali, che dispongono della struttura dei patronati cui rivolgersi nei rapporti non facili con l’Inps?

Come fronteggeremo la politica su temi drammatici come il crollo dell’occupazione e il tracollo del sistema industriale dell’informazione nel Paese? …. “

L’ “effetto domino”, derivante dalla cessazione dei contributi ex INPGI2, potrebbe avere anche un effetto positivo se portasse la FNSI, nel sessantesimo anniversario delle legge istitutiva, dalla pretesa di essere il sindacato unico dei giornalisti, a ricercare idee, per assicurare un migliore futuro all’informazione ed alla comunicazione, con altri sindacati, come la FIGEC, ed altre associazioni non sindacali, come la FNGPI.

Si potrebbe probabilmente intravedere un futuro migliore per l’intero Paese.

Al proposito, alla vigilia del sessantesimo anniversario della legge istitutiva, la FNGPI proporrà nella successiva teleconferenza, prevista per il 27 gennaio pv, delle idee per un migliore futuro della professione.

Sarà particolarmente gradito un confronto con altre idee.

Enrico Campagnoli

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di Philippe Thommasin del 1589,
che rappresenta una figura femminile,
che con una penna doma un drago, simbolo della falsità e dell’ingiustizia.

Questa stampa è stata assunta dalla FNGPI come logo.

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