FNGPI: con un felice Anno Nuovo, l’augurio di poter assieme migliorare il futuro della nostra professione.

La Federazione Nazionale Giornalisti Pubblicisti Italiani (FNGPI) ti augura un felice Anno Nuovo con l’augurio di poter assieme migliorare il futuro della nostra professione. Il 2023 si preannuncia come un anno di sostanziali modificazioni della professione giornalistica, tanto per il possibile superamento della legge istitutiva dell’Ordine, quanto per la probabile fine della scandalosa situazione previdenziale dei giornalisti non dipendenti.

Nel sessantesimo anniversario della legge istitutiva dell’Ordine, la FNGPI propone delle idee, ancora da approfondire, per una nuova legge che, nell’alveo della normativa europea sulle professioni, possa superare ed aggiornare la legge istitutiva.

La FNGPI, dopo aver incontrato il 23 novembre scorso il Sottosegretario di Stato all’Informazione ed all’Editoria, sen. Alberto Baracchini ed essere stata invitata ad un secondo incontro, ha predisposto ed inviato al Sottosegretario una “lettera aperta” (leggi qui il testo integrale). che riassume le idee, che saranno oggetto di un dibattito, per modifiche ed approfondimenti, prima dell’incontro con il Sottosegretario. Intendono essere idee per una nuova legge che, superando la legge istitutiva, possa essere in grado di far rappresentare e regolamentare il mondo odierno e futuro dell’informazione, ponendosi nell’alveo della normativa europea delle professioni.

La prima pagina della “lettera aperta”.

In una prossima teleconferenza potrai portare un tuo contributo: puoi prenotarti scrivendo a fngpi@tribunastampa.eu

Motivo di urgenza: necessaria una sanatoria per evitare possibili rischi ad ignari colleghi.

Il 3 febbraio 2023 sarà il sessantesimo anniversario della legge istitutiva dell’Ordine n. 69 del 1963.

Il suo superamento è divenuto sempre più necessario, non solo perché è completamente mutato dal 1963 il modo di fare informazione, ma perché proprio in questo dicembre è apparso in tutta evidenza quanto, già evidenziatosi in passato (1 , 2), che potrebbe esporre molti nostri ignari colleghi a seri rischi, che solo una sanatoria potrebbe evitare.

L’Ordine ha preteso in passato e pretende ancora oggi di avere il potere di modificare la legge istitutiva, nonostante il Ministero vigilante e nessuna legge gli riconosca questo potere.

Al proposito il Ministero vigilante, ovvero il Ministero di Giustizia, ha “bacchettato” l’Ordine nel 2020 quando ha cercato di modificare le modalità di accesso all’Elenco Pubblicisti; lo ha “bacchettato” ancora, proprio in questo dicembre 2022, quando ha cercato di modificare le modalità di accesso al praticantato giornalistico previsto dalla legge istitutiva, necessarie per presentarsi all’esame di Stato per l’iscrizione all’Elenco Professionisti.

Non si può dimenticare che le Sezioni Unite Civili della Cassazione, supremo organo interpretativo del diritto in Italia, con la sentenza n. 15296 del 4 luglio 2014, hanno stabilito che “in tema di lavoro giornalistico, e con riferimento all’iscrizione all’Albo dei praticanti, é da ritenersi tuttora operante il limite numerico minimo di giornalisti professionisti richiesto dall’art. 34 della legge n. 69 del 1963 per l’esercizio del praticantato, dovendo escludersi che l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni (uso di computers, informatica) possa consentire, in sede ermeneutica, l’eliminazione o riduzione di tale limite”.

Questa Sentenza ha posto in una situazione – diciamo – di grave “irregolarità” gli ignari colleghi che dal 1990 (vedi storia delle scuole sul sito dell’Ordine) fossero stati ammessi all’esame di Stato senza i requisiti necessari, qualora non avessero effettuato presso una scuola la pratica giornalistica nei modi previsti dalla legge istitutiva.

Nessuna legge ha previsto un’esplicita modificazione di tale obbligo e tanto meno una sanatoria al proposito: il decreto legislativo n.67 del 15 maggio 2017, all’art. 2, punto 2, ha riconosciuto – è vero – “le scuole di giornalismo come sedi idonee allo svolgimento della pratica giornalistica”, ma non ha modificato, per dirla con le parole della Sentenza della Cassazione n. 15296 del 2014, “con riferimento all’iscrizione all’Albo dei praticanti” …”il limite numerico minimo di giornalisti professionisti richiesto dall’art. 34 della legge n. 69 del 1963 per l’esercizio del praticantato”.

E’ una situazione, che può esporre migliaia di ignari colleghi a seri rischi e che sarebbe prudente fosse oggetto di sanatoria nell’ambito di una nuova legge che, nel sessantesimo anniversario, superi ed aggiorni la legge istitutiva, tenendo conto che l’Italia è oggi parte dell Unione Europea, che ha regolamentato con una Direttiva le professioni ed inoltre che è completamente mutato dal 1963 il modo di fare informazione.

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Nel 2023 è probabile una sorta di rivoluzione; è possibile che abbia fine la scandalosa situazione previdenziale dei giornalisti non dipendenti: la guerra è in atto; si svolgerà a gennaio e nei tre mesi successivi.

Abbiamo, nell anno che sta per finire, prima denumciato lo scandaloso conflitto a danno dei colleghi più deboli, dei 45000 giornalisti, non dipendenti iscritti all’INPGI2, poi, ad agosto, ci siamo rallegrati che non fosse riuscito il tentativo di modificare lo Statuto dell’INGI2 a svantaggio dei 45000 iscritti ed abbiamo al proposito richiamato l’attenzione del Governo.

Nella prima bozza della legge di Bilancio 2023 tuttavia era stato inserito un automatismo che avrebbe pertpetuato la situazione (1,2). La Figec, il nuovo sindacato recentemente costituitosi, riusciva a far toglier l’automatismo (1,2), grazie all’interessamento del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.. Ora secondo la legge di Bilancio 2023 se non sarà modificato lo Statuto entro il 31 gennaio 2023, con la maggioranza altamente qualificata, i Ministeri Vigilanti nomineranno un commissario ad acta, che “entro tre mesi, adotta le modifiche statutarie previste dalla legge e le sottopone all’approvazione ministeriale ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 50”, ovvero la legge che regola le casse previdenz dei professionisti.

Sarà difficile in questo caso che la FNSI e le sue strutture territoriali possano ancora ricevere annulalmente circa due milini e mezzo di Euro. E’ prevedibile in questo caso un “effetto domino”, una sorta di rivoluzione nell’assetto rappresentativo della categoria.

Vi sarà una teleconferenza anche su queste vicende, in modo che tu possa portare un tuo conributo: puoi prenotarti scrivendo a fngpi@tribunastampa.eu

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Come vedi molte sfide ci aspettano nel 2023 e nel rinnovarti i più calorosi auguri di un felice Anno Nuovo, la FNGPI si augura di poter assieme a te migliorare il futuro della nostra professione.

Enrico Campagnoli

Presidente FNGPI

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Potrai anche scaricare una copia della stampa di Philippe Thommasin del 1589, che rappresenta una figura femminile, che con una penna doma un drago, simbolo della falsità e dell’ingiustizia.
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