
a ricercare un possibile bandolo della matassa per uscire da una crisi non solo epidemica.
Grafica di Giandomenico Pozzi
Cara Collega, caro Collega,
finisce il 2020, un anno difficile; l’usuale augurio di un Felice Anno Nuovo potrebbe sembrare ironico se non si avesse la forza di guardare avanti, di cercare, ciascuno nel suo piccolo, un possibile bandolo della matassa per uscire da una crisi non solo epidemica, ma di mancanza di contenuti e di strategia.
L’augurio è quello di saper guardare insieme, come giornalisti, ed in particolare come pubblicisti, al futuro e ricercare assieme nel 2021 un possibile bandolo della matassa per contribuire a delle proposte che possano assicurare un futuro migliore all’Europa ed al nostro Paese, dopo questa crisi lunga e difficile.
Il totale ripensamento dell’informazione e della comunicazione può essere, se non il bandolo, almeno uno dei bandoli della matassa per l’uscita dalla crisi dell’Europa e del nostro Paese e per il loro sviluppo in un mondo globalizzato e competitivo?
E’ certo difficile dare una risposta, ma è certo una possibile opportunità da valutare.
Sempre più un cittadino non è solo utente dell’informazione, ma anche soggetto di informazione e comunicazione.
Riecheggia oggi più che mai, ovviamente riferito non solo alla radio, ma a tutte le nuove tecnologie, il messaggio di Guglielmo Marconi al “Chicago Tribune” nel 1937 pochi mesi prima di morire, che suonava così: ora la radio serve a pochi per comunicare a tanti, ma verrà un giorno che ciascuno potrà comunicare con tutti gli altri e viceversa.
La recente applicazione della Direttiva Europea del 2002 sulle comunicazioni elettroniche ha fatto finalmente riconoscere in Italia il diritto all’uso individuale della radio come mezzo di espressione e comunicazione. Vedi qui
Chissà se la Direttiva Europea del 2005 sulle professioni avrà una sorte simile?
La figura del pubblicista acquista in questa nuova situazione una particolare centralità: è una sorta di ponte che collega il cittadino, ogni giorno sempre più anche soggetto d’informazione, con il mondo dell’editoria, che appare lontano, quello di chi fa solo ed esclusivamente attività giornalistica, come lavoratore dipendente.
Il pubblicista è una figura molto più vicina al cittadino.
E’ un giornalista, che svolge l’attività giornalistica caratterizzata dalla contestuale continuità e regolare retribuzione, assieme ad un’altra attività o professione.
Nella contestuale esistenza della continuità e della regolare retribuzione dell’attività giornalistica, sta la differenza fra il giornalista pubblicista ed il cittadino, che svolge attività giornalistica.
Un cittadino ha diritto infatti in Italia di essere un soggetto d’informazione e di svolgere liberamente l’attività giornalistica, perché è un diritto garantito dalla Costituzione Italiana, a patto che non svolga questa attività in modo continuativo e regolarmente retribuito per oltre due anni consecutivi.
Oggi la centralità della figura del giornalista pubblicista per la sua vicinanza al cittadino gli dà forse un particolare ruolo nel ricercare, assieme a tutte le altre parti interessate, delle proposte, che, armonizzando a livello europeo le norme che regolano la professione e l’attività giornalistica, possano contribuire ad assicurare una crescita di una comune coscienza europea ed un futuro migliore all’Europa ed al nostro Paese, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico, in un mondo molto competitivo, dopo questa crisi difficile e lunga.Vedi qui.
Oggi i giornalisti pubblicisti, pur rappresentando più dei due terzi dei centocinquemila giornalisti italiani e contribuendo economicamente per più di due terzi al bilancio dell’Ordine, hanno ben poca voce in capitolo, essendo rappresentati, per una legge che non dà parità di diritti e di doveri, solo da un terzo dei Consiglieri.
Il Sottosegretario di Stato, Andrea Martella, ha proposto di riunificare l’ INPGI 2 con l’INPGI 1.
Ha proposto cioè di unificare l’ INPGI 2,l ‘ente pensionistico in attivo quest’anno di oltre 30 milioni e con un patrimonio di oltre 750 milioni, che vede iscritti i giornalisti non dipendenti, prevalentemente pubblicisti, ed è normato dalla legge che regola gli enti pensionistici di tutti i liberi professionisti, con l’INPGI 1, un ente in disastroso passivo e vicino al commissariamento.
Questo è l’ente pensionistico dei giornalisti dipendenti, prevalentemente professionisti.
Significherebbe erodere il patrimonio dei colleghi più deboli, in prevalenza dei pubblicisti. Vedi qui.
Abbiamo davanti un anno difficile, ma se avremo la forza di guardare avanti, di cercare assieme un possibile bandolo della matassa forse potremo contribuire a trovare dei contenuti ed una strategia che dia all’informazione un ruolo trainante per uscire da questa crisi non solo epidemica. Abbiamo bisogno anche della tua partecipazione.
Enrico Campagnoli
Presidente FNGPI
PS – E’ allegata la stampa di Santa Margherita del 1589 di Philippus Thommasinus, che ha inspirato il logo della FNGPI.
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Tesseramento FNGPI 2021
L’attività, che la Federazione Nazionale Giornalisti Pubblicisti Italiani svolgerà nel 2021, dipende anche da te.
Volendo sostenere la figura professionale del giornalista pubblicista nella trasformazione del quadro normativo,
ti puoi iscrivere sin d’ora online per il 2021 alla FNGPI
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Stampa di Santa Margherita che ha ispitìrato il logo FNGPI.jpg
