In occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario di fondazione di un’organizzazione, la FIR-CB, oggi associazione di volontariato di Protezione Civile, ho riportato, come fondatore e presidente fino al 2010, in un libro, presentato sabato e domenica scorso a Viareggio, la documentazione dei fatti, sinora poco conosciuti, che hanno portato alla fine del monopolio della RAI con la Sentenza della Corte Costituzionale n.225 del 1974.
Il libro svela che le radici di questo movimento, che, organizzatosi nel 1971, ha portato nel 1974 alla fine del monopolio RAI, erano negli ambienti del Circolo della Stampa di Milano, allora presieduto dall’avv. Giovanni Bovio, direttore di Tribuna Stampa, per il rispetto dell’art. 21 della Costituzione, che prevede il diritto di ogni cittadino di esprimersi con qualsiasi mezzo e della Sezione Italiana dei Lega Internazionale dei Diritti dell’Uomo (LIDU) delle Nazioni Unite, allora presieduta da Riccardo Bauer, per la promozione dell’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.
L’art. 156 del “Nuovo codice postale”, vigente in quegli anni, imponeva il monopolio della RAI e sanzionava penalmente l’uso personale della radio come mezzo individuale di espressione. Era palese il contrasto tanto con l’art. 21 della Costituzione, quanto con l’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. In questi ambienti si annidarono le radici del movimento, che raggiunse dimensioni considerevoli: tre milioni e mezzo di persone attive in Italia, quindici milioni negli Stati Uniti.

Il libro, “C.B.: dai primordi dei social media al volontariato di Protezione Civile”, distribuito in formato cartaceo su Amazon (https://tinyurl.com/4xz4jwsp) è stato presentato durante un evento a Viareggio il 30 e 31 ottobre scorso all’Hotel Royal. Vi hanno partecipato fisicamente oltre 200 persone e telematicamente sui social oltre ventiquattromila.
Molti i documenti prodotti al proposito nel libro.
Per esempio la documentazione
– della trasmissione abusiva di numerosi parlamentari (fra i quali Artali, Baslini, Mammì, Zamberletti), annunciata al Circolo della Stampa di Milano ed in molte città con molte migliaia di volantini. I parlamentari, dopo aver rinunciato pubblicamente all’immunità parlamentare, parteciparono alla annunciata trasmissione abusiva alle ore 22 del 24 settembre 1972. La polizia non intervenne.

– della successiva manifestazione del 30 settembre 1972 a Roma, che ebbe la partecipazione di svariate migliaia di persone.

– di un articolo di Tribuna Stampa del giugno-luglio1974, che indice un premio giornalistico per sostenere l’utilizzo della radio come mezzo individuale di espressione, propro alla vigilia della Sentenza della Corte Costituzionale n. 225 del 22 luglio 1974, che pose poi fine al monopolio RAI.

La celebrazione del cinquantesimo anniversario della fondazione della FIR-CB ha avuto luogo all’Hotel Royal di Viareggio il 30 e 31 ottobbre con due giornate fitte di eventi.. Sono intervenute molte autorità, fra le quali, il vice Capo Dipartimento della Protezione Civile, Titti Postiglione, ed l Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

Tutte le fasi dell’ evento sono videoregistrate e visibili su:
https://www.facebook.com/FIRCB
Le radici di questo movimento affondano nel dibattito sul diritto di usare ogni mezzo di espressione dopo che la Sentenza della Corte Costituzionale n.11 del 1968 aveva ritenuto costituzionale la legge istitutiva dell’OdG n.69 del 1963 proprio per le sue previsioni specifiche per l’iscrizione all’Elenco pubblicisti dell’Albo giornalisti.
Il libro continua, precisando che il riconoscimento del diritto dell’uso della radio come mezzo individuale di espressione è stato ribadito dalla Sentenza n.1/1976 della Suprema Corte e poi, dopo molteplici vicessitudini e grazie alla European CB Federation, dalla Direttiva Europea 20/2002/CE, che ha statuito il libero uso della CB in Europa. In Italia tuttavia, dopo l’intermezzo del Codice delle Comunicazioni del 2003 che consentiva il libero uso, ma a pagamento, si è giunti davvero all’applicazione della Direttiva 20/2002/CE, ovvero al libero uso, solo con il DL Semplificazioni nel luglio 2020.
Il libro sottolinea come questo movimento costituìsse un primordiale social medio, ove ciascuno, con una individualità virtuale, che si attribuiva, era partecipe di un comunità con linguaggio e regole comuni, ove venivano meno le distizioni di censo e di ruolo della vita reale ed era diffusa una spiccata solidarietà. Questo fatto ha determinato subito la nascita del Servizio Emergenza Radio. L’attività di volontariato nella Protezione Civile si è subito consolidata, ma è divenuta prevalente dopo che il Codice delle Comunicazione nel 2003 ha sostanzialmente liberalizzato l’uso personale della radio.
Il libro descrive come questo primordiale social media si evolse in quelli odierni e come il messaggio di Gugliemo Marconi, di pochi mesi prima della sua morte e raccolto dalla CB, sia oggi quanto mai attuale: la radio, diceva in sintesi allora Marconi, consente a pochi di comunicare a tanti, ma verrà un giorno che ciascuno potrà comunicare con tutti gli altri e viceversa.
Le moderne tecnologie si muovono sempre più in questa direzione e perfino il quadro informativo dell’informazione forse dovrà tenerne conto.
Guardare al passato serve per guardare al futuro.
Enrico Campagnoli