Ieri sera, dopo una vivace discussione nel Consiglio dei Ministri, sono stati nominata i Sottosegretari di Stato e Segretario di Stato all’Informazione ed all’Editoria è stato nominato il sen. Giuseppe Moles.

E’ attribuita al Presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, al termine di questa vivace discussione, la frase: “… e adesso andiamo a lavorare”.
La FNGPI lamenta da tempo che le proposte raccolte dagli Stati Generali dell’Informazione, promossi dal predecessore, sen. Vito Crimi, non siano state oggetto di alcun seguito e che il “Cantiere dell’Editoria 5.0”, tanto annunciato dal successivo predecessore Andrea Martella, non abbia mai avuto luogo, lasciando il mondo dell’informazione senza una prospettiva mentre una situazione sempre più preoccupante era alle porte.
La proposta della FNGPI al Sen. Crimi nell’incontro del 18 settembre 2018, meglio articolata e messa agli atti durante gli Stati Generali dell’Informazione nella primavera del 2019, riguardava la possibilità di inquadrare nell’ambito della normativa europea le articolate attività e professioni presenti oggi nel mondo dell’informazioni (vedi qui) . Nonostante un proficuo incontro della FNGPI con l’avv. Ferruccio Sepe, Capo del Dipartimento dell’Informazione, il 14 febbraio 2020, nel quale è emersa la prevalenza della normativa europea su quella italiana, è seguito un sostanziale silenzio di piombo mentre i problemi del mondo dell’informazione andavano sempre più ad aggravarsi, come è stato evidenziato su questo blog.
Il 27 novembre 2020 si poneva l’attenzione sull’esigenza di una nuova legge, almeno per regolarizzare la posizione di chi in buona fede avesse eventualmente partecipato all’esame di Stato per diventare professionista senza aver i titoli previsti dalla legge istitutiva, avendo frequentato corsi che non mettevano a disposizione agli allievi quotidiani o periodici aventi le caratteristiche previste dalla legge istitutiva (vedi qui).
Il 20 dicembre 2020 si poneva l’attenzione sulla disastrosa situazione dell’INPGI.
Non può sfuggire che il commissariamento dell’ INPGI potrebbe far cadere una sorta di castello di carte derivante da interessi consolidati.
Era evidenziata la mortificante e discutibile posizione dei giornalisti pubblicisti, che non hanno parità di diritti e di doveri, per una legge del lontano 1963, negli organismi di categoria.
Il rinvio, a causa del Covid, a data da destinarsi di importanti assemblee territoriali della FNSI e di oltre sei mesi dell’elezioni territoriali e nazionali dell’ Ordine dei Giornalisti, non hanno certo agevolato un dibattito e la proposta di un futuro del mondo dell’informazione proveniente dalla categoria.
Pur senza accennare qui all’intreccio inquietante svelato da Luca Palamara fra Giustizia ed Informazione, è chiaro che è sempre più urgente che una nuova legge, sentite tutte le parti interessate, predisposta dal Governo, approvata dal Parlamento, regoli il mondo dell’informazione profondamente mutato dal lontano 1963.
Mai come nel caso dell’Informazione, Sottosegretario di Stato, sen. Giuseppe Moles le parole di Draghi al termine della nomina dei Sottosegretari furono premonitrici.