Come un fulmine a ciel sereno il virus è caduto sul nostro Paese, sul Parlamento, sulla vita politica, sul nostro lavoro e sulla nostra vita quotidiana, cogliendo impreparato il nostro Paese tanto dal punto di vista medicale, quanto dal punto di vista legislativo.
Il piano nazionale pandemico italiano non e’ stato più aggiornato dal 2010.
Dal punto di vista medicale il piano nazionale contro l’epidemia da influenza, redatto secondo i criteri indicati dall’OMS nel 2002 e rinnovato l’ultima volta nel 2010, è pubblicato sul sito del Ministero della Salute:
C_17_pubblicazioni_501_allegato.pdf
A livello europeo i piani nazionali contro l’epidemia da influenza, realizzati sempre secondo le linee guida della OMS, sono stati rinnovati in tempi più o meno recenti nei vari Paesi, Sul sito dell’ “European Center for Disease Prevention and Control” si vede che il Paese in Europa che ha aggiornato più di recente tale piano è stata la Svizzera, che lo ha aggiornato nel 2018 : Influenza pandemic preparedness plans
“Nella Costituzionale non c’è diritto speciale per tempi eccezionali”
Ad una sostanziale impreparazione sanitaria ad affrontare l’epidemia si è aggiunta una carenza normativa. Per precisa scelta dei costituenti, la Costituzione, per evitare che potesse avvenire quanto era successo in Germania nella Repubblica di Weimar con l’art. 48 della loro Costituzione, che con uso strumentale della situazione di emergenza aveva posto fine alla democrazia, non hanno inserito nella Costituzione Italiana la possibilità di un diritto speciale per tempi eccezionali.
Il Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, intervenendo il 28 aprile 2020, nel rituale incontro con la stampa alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è stata esplicita al riguardo. Si può leggere al proposito la sintesi del suo intervento sul sito della Corte Costituzionale (sintesi.pdf)od ascoltare il suo intero intervento su Radio Radicale.
Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, aveva rilasciato il 14 aprile scorso al dubbio una intervista con valutazioni molto severe sulla legittimità dei pieni poteri al Governo in caso di pandemia (ildubbio.news 14.4.2020)
Sul tema ci sono ovviamente una molteplicità di diversi pareri, anche con riferimento al fatto che la normativa europea ed internazionale possa supplire (ilpost 19.3.2020).
Il virus, l’eccezionalità della situazione, l’impreparazione della struttura sanitaria ed un quadro normativo non previsto dalla Costituzione, hanno paralizzato il Paese, hanno determinato perfino una sorta di sospensione delle funzioni del Parlamento ed hanno hanno fulminato l’iter per la riforma dell’informazione.
Come si ricorderà era molto attivo un dibattito per portare ad un processo democratico che determinasse un nuovo quadro normativo dell’informazione: parità di diritti e di doveri, una testa un voto per pubblicisti e professionisti, un quadro normativo della professione giornalistica nell’alveo della normativa europea delle professioni, etc : questi erano i temi per noi all’ordine del giorno.
La nostra organizzazione di giornalisti pubblicisti, la FNGPI, aveva incontrato il 18 settembre 2018 il senatore Vito Crimi a Roma, quale Sottosegretario all’Informazione, e aveva posto alla sua attenzione un documento elaborato da un gruppo di lavoro di colleghi pubblicisti.
Erano seguiti nel marzo 2019 gli Stati Generali dell’Informazione. Tutte le persone, le associazioni, gruppi e gli enti interessati avevano avuto a maggio la possibilità di depositare i propri documenti, le proprie idee sul sito del Dipartimento dell’Informazione.
La FNGPI aveva depositato tre contributi ( 1, 2, 3 ).
Il Governo avrebbe dovuto a settembre presentare una legge che prevedeva un nuovo quadro normativo dell’informazione.
Come è noto la crisi di governo non ha consentito che questo avvenisse.
Per motivi che non ci sono ufficialmente noti il Cantiere dell’Editoria 5.0 non è mai stato aperto.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il giorno 28 gennaio deliberava per l’iscrizione dei pubblicisti dal 1 aprile 2020 una sorta di “foglio rosa”, non previsto dalla legge istitutiva.
Nelle more della sua apertura del Cantiere dell’Editoria 5.0. e vista la delibera del CNOG la FNGPI ha concordato con il Sottosegretario Andrea Martella un incontro per il giorno 18 febbraio 2020 a Roma. A seguito di un improvviso impedimento del Sottosegretario, la FNGPI ha incontrato il 18 febbraio 2020 l’avv. Ferruccio Sepe, Capo Dipartimento Informazione ed Editoria, chiedendo notizie dell’avvio del Cantiere dell’Editoria 5.0., illustrando delle idee e dei documenti in merito alla riforma dell’informazione. Nell’occasione sono stati rappresentati i risultati di una consultazione fra i colleghi in merito al cosiddetto foglio rosa che avrebbe dovuto entrare in vigore il 1 di aprile ed è stato richiesto che venissero resi pubblici tutti i contributi presentati agli Stati Generali dell’Informazione perché questi potessero essere utili alla formulazione dei contributi da presentare al Cantiere dell’Editoria 5.0. e dare continuità alla riforma.
Il CNOG decideva in data 17 Marzo di spostare al 1 settembre l’entrata in vigore del foglio rosa per i pubblicisti.
La FNGPI il 3 aprile inviava al proposito una lettera aperta al Presidente dell’OdG, Verna
Il virus ha fulminato ogni iniziativa del processo di riforma dell’informazione.
Il Ministero vigilante ha fulminato il foglio rosa: una modifica della procedura per diventare giornalisti pubblicisti non prevista da una legge dello Stato, non gradito, alla maggioranza dei colleghi pubblicisti che hanno partecipato alla nostra consultazione.
Non e’ ora di ripartire?
A quando la “Fase 2” della riforma dell’informazione?
Non basta riaprire le fabbriche, le scuole, le biblioteche, i ristoranti, i bar, etc; occorre ristabilire le funzioni che la Costituzione assegna al Parlamento e restaurare i processi democratici che possano consentire a tutti di partecipare a disegnare il futuro del nostro Paese ed in particolare la riforma dell’informazione, essenziale per lo sviluppo economico e sociale e per la tutela di fondamentali diritti costituzionali dei cittadini.